Quando si attiva un progetto come questo che ha come obiettivo la coltivazione di “Orti sociali” e come finalità il rispetto della natura, lo sviluppo del lavoro in empatia, la socializzazione dei partecipanti e la solidarietà nei confronti di chi ha bisogno, è opportuno che sull’andamento del progetto e sui suoi esiti siano i protagonisti stessi a parlarne.
Ecco perché nelle pagine che seguono sono riportate alcune brevi interviste ad alcuni degli attori partecipanti al progetto.
Ho, perciò, raccolto, riportandole fedelmente, le opinioni di due volontari (Bruno e Zoila) di una signora (Tamara) , concessionaria di uno dei lotti e del presidente della Protezione civile comunale ( Roberto) che ha supportato le attività svolte.
Detto questo, passo a dare i cenni indispensabili sulla natura del progetto.
Il progetto Orti sociali ha avuto i seguenti step. La Confraternita della Misericordia di Ariccia, capofila di una rete di associazioni (Croce Rossa Appia e MfC- Mandaleo for Children) ha presentato alla Regione un progetto di utilità sociale che è stato ritenuto meritevole di finanziamento, denominato “SEMI DI INCLUSIONE” che prevede, tra le varie attività, la possibilità di organizzare e sostenere la coltivazione di orti sociali in favore di categorie fragili.
Il comune di Ariccia, ritenendo a fini sociali valida l’iniziativa anche nel quadro della sempre più auspicata sinergia tra Istituzioni ed enti del terzo settore, ha inteso d’uso gratuito per un periodo di tempo limitato un’ area avente destinazione d’uso agricola.
L’Area è stata divisa in lotti che con procedure trasparenti e aperte a tutti coloro che ne avessero i requisiti sono stati assegnati in concessione temporanea ai richiedenti.
Inoltre la cura degli appezzamenti di terreno segue, ovviamente, l’andamento stagionale con il cambio delle coltivazioni dei vari prodotti.
Bruno, volontario
Caterina: Buongiorno, per me è importante avere un primo confronto con i volontari che partecipano attivamente al progetto. Comincio con te, Bruno, perché vedo che sei, insieme ad altri volontari, particolarmente attivo nell’esecuzione del progetto stesso. Tutto questo è importante perché dalle vostre risposte può apparire in modo concreto se gli obiettivi che ci eravamo prefissi sono raggiunti o meno. Ti chiedo allora, per incominciare: “In che cosa consiste il vostro impegno nel progetto “Orti sociali” ?
Bruno: In che cosa consiste il nostro impegno ? Semplicemente, nell’aiutare chi ne ha bisogno, perché l’aiuto che si può dare agli altri è qualcosa non di importante, ma di importantissimo, C’è molta gente che ha bisogno di aiuto, ma non viene ascoltata perché oggi si corre e non si ha tempo per gli altri.
Caterina: Allora tu pensi che si possa soffrire di solitudine ?
Bruno: Molto probabilmente sì, perché oggi, purtroppo , la solitudine è un grosso problema.
Caterina: Perché hai dato la tua disponibilità per questo progetto e come mai, dopo aver svolto le tue esperienze nel servizio civile,hai deciso di svolgere il tuo volontariato con noi ?
Bruno: Per un motivo molto semplice: essere in grado di aiutare il prossimo. Quando ero ancora ragazzo non potevo capire e quindi non ero in grado di dare una mano; adesso, invece, posso rendermi utile e quindi aiutare chi ha bisogno, così come è avvenuto con me e con la mia famiglia quando si è reso necessario.
Caterina: Ritieni che questo progetto possa essere formativo sia per voi giovani sia per le persone che hanno avuto in concessione il lotto ?
Bruno: Sì, non solo è formativo ma è anche una utile esperienza di vita per noi giovani e per quelli che, con le loro famiglie, hanno avuto in concessione il lotto e hanno la possibilità di curare insieme a noi il loro pezzo di terreno. Lo stare insieme è molto bello ed è importante a livello sociale lavorare uniti per una causa così bella.
Caterina: Le tue parole sono perfettamente in linea con quanto è scritto nel cartellone che pubblicizza il progetto: “Socializzazione, aiuto reciproco, senso di responsabilità e rispetto della natura”. Insomma il progetto “Orti sociali” è nato con questi intenti ed ora, che è avviato, si sforza di perseguirli,
Bruno: Sicuramente, sì. Se questo non fosse, noi non faremmo quello che facciamo.
Caterina: Vedo che hai dei valori sani che sicuramente provengono dall’esempio della tua famiglia.
Bruno: Non solo dalla famiglia, che è essenziale, e che non so come ringraziare, ma anche da quelle persone che ho avuto la fortuna di incontrare e che mi hanno insegnato a capire gli altri e mi hanno indirizzato su questo cammino.
Zoila, volontaria
Caterina: Anche tu, Zoila, sei, come Bruno, volontaria. Ti rivolgo allora la stessa domanda iniziale: In che cosa consiste il vostro impegno nel progetto “Orti sociali” ?
Zoila: Vuoi che ti dica ciò che noi in concreto facciamo?
Caterina: Certamente.
Zoila: Noi, ogni giorno, sia in quelli feriali che in quelli festivi, andiamo, nel tardo pomeriggio ad aprire gli orti; aspettiamo l’arrivo delle famiglie. Si comincia ad eliminare le erbacce, ad innaffiare, a raccogliere gli ortaggi maturi, a sostituire le piante secche, a piantarne di nuove. Tutto questo con spirito di aiuto reciproco, lavorando insieme socializzando fra noi, scambiandoci le nostre esperienze e stabilendo fra noi un rapporto di umana e solidale empatia. Tutto questo utilizzando gli attrezzi e quant’altro occorrente per la cura degli orti.
Caterina: Chiedo anche a te: perché hai dato la tua disponibilità per questo progetto e come mai, dopo aver svolto le tue esperienze nel servizio civile, hai deciso di svolgere il tuo volontariato con noi ?
Zoila: Ho proseguito nel volontariato per un’esperienza di crescita personale e per dare un aiuto a chi ha bisogno
Caterina: Cosa ti ha insegnato questo progetto ?
Zoila: A comunicare con gli altri, a migliorare il mio linguaggio, a farmi crescere e a darmi sicurezza.
Signora Tamara, concessionaria di uno dei lotti
Caterina: Passo ora a rivolgere qualche domanda a qualcuno dei concessionari dei lotti. Chiedo, quindi alla signora Tamara: “Che cosa l’ha spinta a chiedere in concessione un lotto da adibire ad Orto sociale ?
Tamara: Per me è un progetto importante perché i giovani di oggi non vogliono più coltivare la terra, però ho sempre avuto il sogno di possedere un pezzo di terra e di coltivarlo. Questo progetto per me è stato una grande opportunità di realizzare il mio sogno.
Caterina: I tuoi figli condividono questa tua passione?
Tamara: Ho due figli: uno di tredici anni e un’altra di sedici. Il primo ha dei problemi caratteriali e io sono convinta che il conoscere questo mondo di cose semplici e socializzare con gli altri non può che fargli del bene e continuerà a farlo con il cambio stagionale delle colture.
Caterina: Questo vuol dire che siete riusciti a creare un rapporto con gli altri concessionari e a stare bene insieme?
Tamara: Sì, è venuta a creare una buona empatia con gli altri con cui mi trovo bene ed anche con i giovani volontari.
Caterina: Ultimato questo progetto, se il prossimo anno avremo la possibilità di partecipare ad un altro progetto simile, cosa farai ?
Tamara: Certo che continuerò, perché gli Orti sociali mi fanno ricordare le mie origini. I miei nonni coltivavano un pezzo di terra: facevamo le conserve, raccoglievamo la frutta e per noi piccoli era sempre una grande festa; era il momento di stare insieme uniti
Caterina: Allora lo stare insieme era un rimedio contro la solitudine?
Tamara : L’esperienza è stata positiva, perché, pur in presenza del Covid, che ci ha fatto rinchiudere in noi stessi, il fatto di andare, ogni giorno, all’orto e stare quindi in contatto con gli altri e con la natura ci ha fatto del bene. Penso che abbia fatto assai più bene soprattutto al mio ragazzo e continuerà a farlo con il cambio stagionale delle colture.
Roberto, presidente della Protezione civile del Comune di Ariccia
Caterina: Mi fa piacere, da ultimo, avere un confronto con Roberto, presidente della Protezione civile del Comune di Ariccia perché il suo apporto per la riuscita del progetto è stato decisivo. Roberto, infatti ci ha fornito, un elemento indispensabile per la coltivazione degli Orti sociali. Mi riferisco alla fornitura, più volte nella settimana, dell’acqua irrigua per rendere possibile la cura degli appezzamenti di terreno. Quindi gli chiedo: Come è stato strutturato il vostro apporto al progetto?
Roberto: Noi, come gruppo comunale di protezione civile, siamo stati subito attivati dai Servizi sociali del Comune di Ariccia per supportare il progetto. Ci siamo resi conto della sua intrinseca validità, in quanto strumento di aiuto nei confronti di chi ha bisogno. Abbiamo rilevato che mancava sul posto una fonte irrigua e che era necessario la fornitura dell’acqua. Siamo quindi stati autorizzati dal Comune al trasporto e riempimento in appositi serbatoi delle risorse irrigue necessarie.
Caterina: In base alla vostra esperienza nel sociale, ritieni che un progetto simile sia riproponibile in futuro ? Sia utile per un aiuto alle famiglie e per incrementare lo spirito di empatia e di socializzazione ?
Roberto: Penso di sì, perché è da ritenersi valido un progetto, semplice nel suo complesso, basato su un lavoro che si presta alla socializzazione e sul rispetto della natura ed inoltre capace di stimolare il senso di responsabilità e lo spirito di empatia dei partecipanti. Mi permetto di dire che siamo felici di esservi di aiuto, perché l’unione fa la forza.
Ariccia, 31 agosto 2021
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