• Vento di Legalità … la Cultura e la Bellezza contro le mafie – Una presentazione di Zaira Daniele e Virginia Fracassi

    Vento di Legalità … la Cultura e la Bellezza contro le mafie

    Vento di legalità, è una mostra itinerante, allestita per la prima volta quest’anno presso la nostra scuola, ISISS “T. Rossi” in occasione dell’evento annuale del Campus della Legalità.

    Essa scaturisce da un lungimirante e coraggioso progetto di Caterina Viola intitolato appunto Vento di legalità, che vede la luce nel 2012 ad Albano Laziale con lo scopo di coinvolgere la società civile, la gente comune, e soprattutto i giovani, gli studenti, nell’ affermazione dei principi di legalità e giustizia, attraverso la formazione delle coscienze, contro ogni forma di mafia, che Borsellino definiva “primo problema morale da risolvere nella nostra Terra bellissima e disgregata, da combattere con un movimento culturale di massa, che coinvolga tutti … contro l’indifferenza, per sentire finalmente profumo di libertà”.

    Vento di Legalità si propone di promuovere nelle scuole la conoscenza del fenomeno mafia con le sue varie sfaccettature e manifestazioni, quali la corruzione, l’usura, le droghe e il disastro ambientale -che poi sono in sintesi le tematiche scottanti affrontante nella mostra- diffondendo una cultura della Legalità, mediante il dialogo e il confronto con protagonisti e promotori a vario livello della Legalità, impegnati nella lotta contro le mafie -rappresentanti dello Stato, delle forze dell’ordine, del mondo dell’impresa e dell’associazionismo- nell’intento di creare una “Rete della Legalità”, anche tramite i network. Le mafie, infatti, come affermava Falcone, non possono essere combattute solo con l’impegno della Magistratura e delle Forze dell’Ordine, ma vanno contrastate anche sul piano educativo e culturale, facendo “terreno bruciato”intorno a loro, attraverso un’attività di sensibilizzazione e formazione delle coscienze.

    E la scuola è il luogo deputato alla conoscenza, alla riflessione e allo sviluppo di una coscienza critica delle cose, l’ istituzione destinata ad orientare le coscienze dei giovani, che può spezzare la logica di quel circuito perverso fondato sull’etica dell’ordine e dell’obbedienza acritica che impera all’interno della famiglia mafiosa, opponendo l’etica della responsabilità critica e della partecipazione attiva, unica strada per costruire una società migliore, che solo la Cultura può sviluppare. La scuola è l’unico laboratorio culturale che può favorire la scelta consapevole di vivere secondo quei principi e valori per i quali tanti servitori dello Stato e cittadini coraggiosi, quali Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Peppino Impastato, Rosario Livatino, Don Pino Puglisi, Don Peppe Diana, Pippo Fava, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Tano Grasso, hanno sacrificato la loro vita sfidando i tentacoli della prepotente etica mafiosa con le sue prevaricazioni e del conseguente atteggiamento omertoso, assurti oggi a logica di sistema, in una società in cui prevale la legge del più forte che opprime la giustizia e la libertà di espressione e di azione, rendendoci spesso sottomessi e violentati nella dignità umana. In uno stato democratico come il nostro paese, è necessario essere cittadini, non sudditi. In Italia ci sono oggi migliaia di realtà attive sui temi della Giustizia, ci sono associazioni non governative, c’è un mondo esplosivo della legalità, e a questo mondo dobbiamo dare respiro, impiegando tutte le nostre potenzialità, sia di politici che di educatori, facendo rinascere forte il senso di cittadinanza.

    La mafia oggi è cambiata, come già aveva notato Paolo Borsellino, è entrata a pieno titolo nel tessuto politico e sociale:“Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo”(P. Borsellino), e nella maggioranza dei casi esse camminano a braccetto, per questo per sconfiggere il sistema mafioso c’è bisogno di una coscienza collettiva e se aspiriamo a costruire una società libera dalle mafie non dobbiamo avere paura di urlare tutti insieme la Verità, perché “se è vero che la paura viene quando si è soli, unirsi è la soluzione, per diventare più grandi di chi ci vuole far stare zitti”(da alcune riflessioni degli studenti della scuola ITIC “Libero de Libero” di Fondi, riportate in uno dei lavori esposti in mostra). La mafia va combattuta fino in fondo e su diversi fronti per arrivare alla Verità, se non c’è Verità non c’è Giustizia e nemmeno Legalità.

    Bisognerebbe seguire nella pratica quotidiana il messaggio sempre attuale di solidarietà sociale e attenzione verso il prossimo che Don Lorenzo Milani -antesignano di molte pratiche didattiche della scuola moderna- ha trasmesso ai suoi ragazzi nella scuola di Barbiana, sintetizzato nel motto “I Care”, mi interessa, ne ho cura, contro lo slogan fascista del “me ne frego”; egli inoltre scrive: “Ho insegnato che il problema degli altri è uguale al mio, sortirne tutti insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia”. Il politico dunque dovrebbe porsi al servizio dello Stato per provvedere al Bene comune, senza ogni forma di collusione e di tornaconto personale, ed è suo dovere morale combattere la mafia in modo autentico con azioni concrete e non di facciata o servendosi di certi temi come propaganda politica.

    Nella cultura greca, di cui la nostra civiltà è’ figlia, la politica doveva basarsi sull’esercizio delle virtù morali, che l’uomo, futuro politico, deve acquisire mediante un percorso educativo che porta alla vera Conoscenza.

    La filosofia di Platone, tra i massimi esponenti del pensiero filosofico antico, si basa sull’identificazione di Virtù e Sapere, infatti solo l’uomo saggio, il filosofo sa cogliere l’idea del Bene, che è insieme Vero e Bello ed il solo che può amministrare con giustizia uno Stato, idea da cui oggi ci siamo molto allontanati.

    Egli dice che le virtù per essere veramente tali devono basarsi sulla consapevolezza dei fini ultimi dell’azione umana. Coraggioso non è chi ama l’imprevisto, ma colui che lo affronta cosciente dello scopo per cui lo fa. Se un uomo possiede la vera saggezza, questo scopo non potrà che essere il Bene. Le virtù, secondo Platone devono essere basate su un sapere che egli definisce nella Repubblica la “scienza del bene”, ossia del “discernere la vita onesta e la vita malvagia”. In questo senso la conoscenza è vera sapienza solo se definisce una norma capace di orientare il comportamento etico dell’uomo. Inoltre Platone collocando la virtù, che può essere insegnata, nell’anima, considera la paideia come un fatto spirituale.

    La salute dell’anima deriva dall’equilibrio delle sue componenti e dalla subordinazione delle passioni alla ragione. L’uomo equilibrato è l’uomo libero, provvisto di temperanza, opposto all’uomo che non sa dominare gli istinti. L’educazione viene concepita nella cultura greca, che è la culla della nostra civiltà occidentale, come preparazione dell’uomo, futuro cittadino, ad assumere il governo della propria casa e ad esercitare una funzione attiva nella città. L’educatore aiuta il discente a confermare il suo ruolo nella comunità e a mantenersi padrone di sé, della propria posizione sociale.

    L’intera filosofia platonica in conclusione cerca di creare una comunità in cui l’uomo possa vivere in pace e giustizia con i propri simili. Inoltre l’uguaglianza tra gli uomini viene vista come il fine dell’azione politica: il carattere universalizzante e comunitario del pensiero platonico può rappresentare un antidoto contro l’individualismo e l’eccesso di privatezza che deformano la prassi democratica moderna, in cui trova spazio l’etica mafiosa. Per il filosofo greco lo Stato buono è lo specchio dell’uomo buono, in esso ognuno deve fare ciò che gli compete, in rapporto armonico con le altre componenti dello stato.

    Ma ritornando alla nostra mostra e al progetto che ne è alla base, chi è Caterina Viola e come nasce Vento di legalità?

    Originaria di Alcamo, un paese del trapanese, uno dei territori siculi a più alta densità mafiosa a quel tempo, fin da bambina, Caterina mostrava la sua indole ribelle all’illegalità, battendosi sui banchi di scuola per far prevalere i principi dello Stato e delle sue leggi, scontrandosi con un mondo omertoso e ostile. Un mondo, da cui lei sente il bisogno di allontanarsi per potersi esprimere liberamente, trasferendosi in giovane età ad Albano Laziale, dove continua a portare avanti le proprie idee di giustizia, onestà e solidarietà, fin quando darà vita, con un’idea ben precisa che dilagherà in pochi anni in modo vulcanico in tutta la penisola, ad una manifestazione pro-legalità contro i fenomeni mafiosi basata, su una sensibilizzazione e mobilitazione delle coscienze, partendo proprio dalla scuola per far rinascere una cultura della Legalità, come avrebbero voluto Falcone e Borsellino. “Il profumo fresco della Legalità e della Giustizia contro il puzzo del compromesso morale”, per citare una frase di Paolo Borsellino, diventa un po’ l’emblema di Vento di Legalità, manifestazione, che ha visto il coinvolgimento delle scolaresche di paesi particolarmente interessati dal fenomeno mafioso, con convegni sui temi legati alla mafia e incontri con esponenti dell’antimafia per sviluppare nei ragazzi una conoscenza approfondita di un argomento di grande attualità che ci riguarda tutti.

    Vento di Legalità è una manifestazione concepita come la mostra che ne è scaturita, per essere itinerante, con l’individuazione ogni anno di un territorio con particolari caratteristiche di sensibilità ai temi che ruotano intorno al problema nazionale ed internazionale mafia, che ne investono tutto il tessuto sociale.

    Ci sono state fino ad ora tre edizioni di Vento di Legalità, dopo la prima tenutasi ad Albano Laziale con la partecipazione dell’allora Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, oggi Presidente del Senato, quella ad Alcamo in Sicilia -terra natale di Caterina, in cui la bambina di una volta, è ritornata ad operare dopo anni, da adulta, con la stessa convinzione, ma con una consapevolezza più matura della realtà- e l’ultima a Casal del Principe nella cosiddetta “Terra dei fuochi”, che hanno visto la produzione di ricerche e lavori didattici sui vari temi legati alla mafia affrontati a scuola ed esaminati da una giuria.

    I lavori più interessanti e originali delle prime due edizioni della manifestazione sono stati raccolti e pubblicati nel “Libro bianco”, destinato ad essere ristampato con l’aggiunta di nuovi lavori con le successive edizioni. I lavori più belli e più “artistici”delle tre edizioni, sistemati in grandi pannelli rettangolari neri, impreziositi da elementi decorativi e simbolici che fanno da cornice, sono stati esposti nella mostra che porta il nome della manifestazione ideata dalla dott.ssa Viola.

    L’attività formativa e di lotta alla mafia che Caterina da anni porta avanti, diventando la sua ragione di vita, è basata esclusivamente sul volontariato.

    I lavori realizzati dai ragazzi delle scuole partecipanti –elaborati, slogan, citazioni, riflessioni, immagini, foto, disegni dal valore simbolico e spesso caratterizzati da una sottile ironia, relativi alle varie tematiche attuali legate alla mafia, trattate durante le manifestazioni- sono divisi per scuola e per paese e territorio. Li possiamo ammirare appesi lungo le pareti del corridoio al piano terra della nostra struttura scolastica, come a formare una galleria di quadri che coinvolgono emotivamente lo spettatore, in un crescendo sempre maggiore, con messaggi forti e spunti di riflessione che lo portano direttamente dentro la bruciante realtà affrontata e nei luoghi interessati. Gli studenti, sotto la guida degli insegnanti, hanno fatto sentire la loro voce con spontaneità ed originalità, assumendosi un impegno civile e morale, attraverso una varietà di mezzi tecnologici ed espressivi e una pluralità di linguaggi artistici di grande impatto emotivo.

    Come possono portare avanti i giovani di oggi un processo di informazione e lotta? Con quali strumenti e forme comunicative i giovani possono esprimere ed estendere alla società in cui viviamo questa presa di coscienza e questo impegno assunto a scuola attraverso azioni didattiche di cittadinanza attiva come questa? Il giovane Peppino Impastato e i suoi amici portavano avanti la lotta alla mafia rivelando pubblicamente verità nascoste riguardanti personaggi mafiosi di spicco, oggetto di satira, nelle trasmissioni di Radio Aut attraverso la musica e l’ironia, strumenti intelligenti per accedere alla Verità e raggiungere le coscienze delle persone, arrivando diritti al cuore: egli aveva capito che la Cultura e l’Arte in senso lato costituivano la strada maestra per sconfiggere la mafia e risvegliare i valori offuscati e tra loro correlati della Giustizia, della Legalità, della Libertà. Da sempre l’Arte infatti ha avuto un valore educativo e un forte potere espressivo, comunicativo e nello stesso tempo catartico, in quanto specchio dell’animo umano e della società, veicolo di messaggi, di valori morali e culturali, in grado di esprimere attraverso immagini, parole, suoni e simboli le criticità del momento storico in cui si vive e le esigenze dell’uomo contemporaneo. Essa lo fa senza urlare, in modo armonioso attraverso la Bellezza rasserenatrice ed espressione di Verità e di Bontà, secondo il concetto platonico della unione inscindibile di Bello, Vero e Buono, che era alla base tanto dell’Arte, quanto della politica, secondo la concezione filosofica greca classica. Per cui l’onestà e la giustizia che sono espressione di Verità e portano alla Legalità, non possono che passare attraverso la Bellezza, che è dentro e fuori di noi, che è nel Creato col suo anelito divino, che ognuno di noi, nel suo essere artista quando crea, con la mente e col cuore prima ancora che con la mano, può cogliere attraverso l’atto creativo, ispirato da quello che Platone chiamava “furor divino”. Rifugiarsi nella Bellezza, nell’Arte, nella Natura, da sempre fonte di Conoscenza, può essere una valida alternativa contro ogni forma di dipendenza e di schiavitù (etica prima di tutto e dalle droghe che solitamente si sviluppano in un contesto malavitoso alimentando la mafia oggi): non a caso Dostoevskij scrisse “la Bellezza salverà il mondo”. Bisogna contrapporre alla “bruttezza” distruttrice della malavita e dell’illegalità, la Bellezza del Creato, opera di Dio, della nostra Madre Terra -oggi deturpata dalla mafia, se pensiamo alla tragica realtà della “terra dei fuochi”- in cui siamo ospiti di passaggio, quale patrimonio dell’umanità, da apprezzare, ammirare, rispettare e salvaguardare per trasmetterla integra alle generazioni future. Ci vengono in mente le sacre parole antiche e sempre attuali del Cantico delle Creature di S. Francesco d’Assisi, un inno alla Natura, alla gioia, alla Vita, e nello stesso tempo, contemplando i lavori esposti in mostra, in fase di allestimento, tra le tante parole e immagini, ci rimangono impresse nella mente queste frasi che qualche studente ha riportato su una fotografia raffigurante una farfalla sui fiori col cielo blu sullo sfondo: “Il Vento di legalità è il dolce profumo della primavera, che con i suoi colori e la sua grazia naturale ci fa assaporare la libertà di correre felici nella natura e godere di quell’aria sottile e tiepida di essere liberi”.

    Pensando ai ragazzi e ai loro eccellenti lavori, ai nostri studenti e al loro futuro, ci viene in mente Don Pino Puglisi, ammazzato dalla mafia perché voleva dare un sogno pulito a dei ragazzi di un quartiere povero, voleva dare loro un’alternativa di lavoro, che non fosse il solito offerto dalla mafia; egli è stato ammazzato perché tutto rimanesse come prima, affinchè il futuro delle nuove generazioni non cambiasse, come non cambia il presente dei loro padri.

    Il successo delle mafie è dovuto al loro essere dei modelli vincenti per la gente e lo Stato sarà capace di opporsi alla cultura mafiosa solo quando esso stesso sarà un modello vincente: una sfida difficile, ma possibile, se i giovani non si lasciano rubare la speranza e saranno capaci di lottare e di credere in quei valori che oltre che significativi sul piano etico, sono, come ricordava Piero Calamandrei, “l’impalcatura portante della nostra Costituzione”. Ma perché ciò avvenga i giovani oggi hanno bisogno di testimonianze concrete e modelli autentici, affinchè “questo vento possa gonfiare le vele della nave della loro vita lungo il difficile ma esaltante viaggio verso la Libertà nella Legalità”(Caterina Viola).

    Così scrivono i ragazzi della scuola di San Luca Bovalino (RC) nel lavoro presente alla mostra: “Io faccio parte di questo mondo, e in questo contesto comunitario nel quale sono destinato a vivere voglio operare in maniera responsabile e cosciente, non come oggetto, ma come soggetto attivo!”. E inoltre così si esprime in una accattivante poesia Raffaele Chirico, II G: “Anche in un deserto si possono trovare semi per dare frutti; non tutti gli uomini sono brutti. Noi giovani del presente ci crediamo veramente … noi tutti, semi del domani a gran voce gridiamo: ‘Ridateci il mondo bello e fatato, il futuro rubato’… Si può fare, il mondo si può salvare solo se noi tutti lo sappiamo amare!”.

    Nella nostra scuola, con questa mostra significativa e dopo l’esperienza di cittadinanza attiva che ha coinvolto, attraverso il Campus della legalità, giunto alla sua seconda edizione, gli studenti di tutte le scuole privernesi di ogni ordine e grado, deve rimanere la coscienza che la qualità della società in cui vivremo dipende da noi, dalla nostra forza e voglia di lottare: “Non fermiamoci,fermiamo la mafia!”.

    Questo è anche il monito che vogliamo lanciare ai visitatori, augurando a tutti buona visione e buona partecipazione agli eventi del nostro “Campus della Legalità … Ad Onor del Vero”. Concludiamo con le parole della canzone “Jovanotti rap” di Lorenzo Cherubini dedicata alla “strage di maggio”che esprime efficacemente il pensiero e le speranze dei giovani in una società “mafiosa”dominata dalla corruzione e dall’egoismo: “I ragazzi hanno il tempo che li tiene in ostaggio/ma da oggi hanno deciso di farsi coraggio/perché non ci sia un’altra strage di maggio/ per riuscire ci vuole cultura e coraggio, cultura di pace/coraggio di guerra/ il coraggio di vivere su questa terra/ e di vincere qui questa nostra battaglia …”.

     

    Zaira Daniele

    Virginia Fracassi

     

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