“Giovani e legalità” – Incontro a Genzano con don Ciotti, 31 gennaio 2023
La figura di don Ciotti è una figura carismatica, capace di porsi come punto di riferimento per i giovani, ma anche per i meno giovani per il suo carattere simbolico di contrasto all’illegalità in tutte le sue forme e per il suo forte anelito verso la “ giustizia”.
Giustizia che deve essere perseguita senza assumere atteggiamenti pretenziosi e arroganti ma con spirito di “ascolto” verso gli altri e con senso di umiltà.
Quell’umiltà che, come scrive il poeta Pier Giorgio Notargiacomo,
(…..)
“è qualità virtuosa, nobilita l’umano,
nessuna virtù è tale se l’umiltà è carente.
Agisce silenziosa , fortifica il cristiano
È essenza vitale: non è soccombente
(….)
Ebbene, don Ciotti, con la sua storia alle spalle, con la sua capacità di mobilitare le coscienze, nel corso di decenni e di sensibilizzare sempre nuove energie per contrastare i fenomeni del malaffare, ha saputo conservare una profonda umiltà che, nonostante i riconoscimenti ricevuti dalla gente comune e dalle Istituzioni (don Ciotti ha ricevuto, nel corso del tempo, tre lauree “honoris causa” da prestigiose Università in “Scienze dell’educazione” e in “Sociologia e management del servizio sociale”), non ha mai smarrito e che ha dimostrato, da ultimo, ove ce ne fosse casomai bisogno, nel Convegno “Giovani è legalità” del 31 gennaio scorso che si è svolto a Genzano, presso i Salesiani per la festa di don Bosco.
Il Convegno è stato fortemente voluto da don Maurizio Verlezza, direttore dell’Opera Salesiana di Genzano.
Don Maurizio è molto amico di don Ciotti e, grazie a questa sua amicizia, lo ha invitato a parlare ai giovani.
Accolto, nella sala del Cynthianum, don Ciotti ha dialogato con i giovani e con le Autorità presenti.
All’incontro erano anche presenti i volontari della “Misericordia OdV” di Ariccia con cinque squadre operative: una addetta all’unità mobile per il servizio di assistenza all’esterno e altre quattro per il monitoraggio della sicurezza nelle sale del Convegno.
I volontari erano accompagnati da Caterina Viola, nella sua duplice veste di governatrice della “Misericordia OdV” di Ariccia e di fondatrice del Movimento “Vento di legalità”, che in tanti anni di attività, si è reso protagonista, sotto il profilo organizzativo, di vari eventi ed incontri con Magistrati ed esperti della lotta contro la criminalità, aventi ad oggetto il tema della legalità e della lotta contro il malaffare.
A Genzano, don Ciotti ha affrontato il suo dialogo con i giovani con la sua consueta autorevolezza e l’innato carisma che lo connota.
Ha affrontato il tema della fragilità dei nostri adolescenti.
“Dobbiamo”, ha ricordato, “cogliere questo segnale di estrema fragilità, che è nuovo e….prendere posizione”.
“C’è troppa gente che parla dei giovani”, ha detto, “ma non ai giovani e soprattutto non li ascolta”.
“Abbiamo bisogno, ha detto ancora , “di creare una forza generatrice di adulti e giovani assieme”.
“La legalità”, ha proseguto, “ non deve diventare un idolo, occorre educarci al rispetto delle regole: l’obiettivo è la giustizia “
“Obiettivo è la giustizia”, nel senso, “di alimentare il cambiamento etico-sociale e culturale necessario per spezzare alla radice i fenomeni mafiosi e ogni forma di ingiustizia, illegalità e malaffare.
“ A questo”, ha ricordato, “servono i percorsi educativi in collaborazione con le scuole, le cooperative sociali sui beni confiscati con i loro prodotti e il tenace costruire ed operare per infondere il gusto della legalità e responsabilità e per rafforzare il sostegno concreto ai familiari e ai parenti delle vittime e incrementare la mobilitazione delle coscienze”.
Il richiamo di don Ciotti all’attenzione nei confronti dei giovani e alle loro fragilità costituisce veramente il cuore del problema, perché non vi sono sanzioni, anche gravi, che possano fare da vero deterrente alle mafie e al malaffare.
La repressione e le sanzioni, anche quelle più dure, non bastano ad estirpare il fenomeno della criminalità in tutte le sue forme ed in particolare in quelle organizzate come nelle mafie.
E’ necessario che si ingeneri e si fortifichi un percorso educativo che formi le coscienze e che sappia far nascere nel cuore della gente ed in particolare in quello dei più giovani il senso della “giustizia”, che, come don Ciotti ha ricordato, non va intesa come la retribuzione del più forte, ma come quell’atteggiamento che incoraggi comportamenti virtuosi nel senso dell’onestà, della correttezza e del “neminem ledere” .
C’è chi, come Falcone e Borsellino, ha testimoniato con l’esempio e con la propria vita questo ideale di giustizia che riassicura i deboli e che ammonisce i prevaricatori e i più forti nel cammino, non sempre agevole, della vita.
10 febbraio 2023
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