• 12 maggio 2022 – Vite a Confronto – Giornata della legalità – L’intervento di Caterina Viola

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    È con piacere che partecipo a questo incontro nel quale si ricorda il trentesimo anniversario della strage di Capaci.

    Osservo, inoltre, con piacere che questo incontro si svolge a Piscinola-Marianella che è parte di Napoli di questa città straordinaria, nella quale, pur non essendo napoletana, torno sempre volentieri perché, con la sua immensa area metropolitana, è ricca di umanità, di creatività e, pur tra tanti problemi (molti risolti ma altri ancora da risolvere) ha sempre saputo risollevarsi, dimostrando le proprie capacità e la propria forza di rinascere più forte di prima.

    Alcuni giorni fa, durante le fasi di organizzazione di questo incontro, ho conosciuto persone piene di iniziativa, ho parlato anche con padri di famiglia, che vivono la loro vita in questo territorio e che hanno tanta voglia di riscatto. Padri di famiglia che rivendicano la propria onestà e non vogliono essere confusi con una minoranza di criminali: tanto è vero che nascono nel territorio associazioni che si prefiggono lo scopo di tenere lontani i giovani dalla strada e di impegnarli indirizzandoli verso i valori della legalità.

    All’idea di preparare un incontro sulla legalità nel teatro area nord di Piscinola – Marianella mi sono sembrati felici di partecipare all’evento, perché, per loro, ma soprattutto per i loro figli, anche incontri del genere possono costituire il  simbolo di un’attenzione verso i loro problemi, di un interesse delle Istituzioni che, anche attraverso questi eventi, possono far  sentire la loro presenza nel territorio.

    L’attenzione delle Istituzioni, costante e duratura nel tempo, è il primo anello di una catena di solidarietà che può sradicare la logica dell’illegalità.

    Ringrazio e saluto le Autorità presenti e i relatori, con particolare riguardo la Presidente Garzo con la quale mi lega una stima profonda e un’antica amicizia che  si è snodata nel tempo in vari altri incontri sulla legalità in varie altre parti d’Italia.

    Ringrazio le persone che assistono ed in particolare i giovani studenti che, accompagnati dai loro docenti e dai rispettivi dirigenti, sono convinta, parteciperanno, come sempre, con l’entusiasmo tipico della loro età a quanto previsto nella giornata di oggi.

    Il mio intervento,  vi preannuncio,  sarà  breve e sarà soprattutto rivolto ai più giovani perché non intendo rubare tempo ai  relatori dell’incontro che parleranno ciascuno in base alle loro specifiche  competenze.

    Il mio intervento vuole essere una breve testimonianza del comune sentire di una esponente della società civile che da, vari anni, attraverso il Movimento “Vento di legalità”, ha avuto la possibilità di organizzare incontri, proprio sul tema della legalità, a cui hanno partecipato studenti di numerose scuole.

    Incontri che si sono svolti in località a rischio, con la partecipazione di esponenti del mondo della cultura e delle Istituzioni, con la presenza di vittime delle mafie e di Magistrati impegnati in prima linea nella lotta contro le illegalità che pesano sulle nostre comunità creando false illusioni e affossando il nostro sviluppo sociale riducendo gli uomini in personaggi privi di umanità.

    Cari ragazzi, non potrò mai dimenticare l’episodio avvenuto non molto tempo fa in una piazza della città, che ancora oggi, sebbene siano passati alcuni anni, colpisce  per la sua spietatezza.

    Mi riferisco alla notizia, di qualche tempo fa, ma sempre attuale riportata su tutti i giornali della bambina di quattro anni (la piccola Noemi) colpita da un vile assassino, con il capo coperto da un casco, che, nell’inseguire un altro delinquente, in una strada affollata da gente esplose  alcuni colpi di pistola.

    Uno di questi trapassò i polmoni della bimba, che era in compagnia della nonna e che non aveva nessuna colpa: era lì con la sua innocenza e l’ingenuità di chi si sta aprendo alla vita.

    Sono immagini poco nitide considerato il modo in cui sono state riprese. Tuttavia, si vede un uomo che fugge, un altro che lo insegue, sparando; poi si vede la bimba che si accascia su se stessa colpita. Si vede poi, in una sequenza che fa rabbrividire, l’assassino che, dopo aver esploso i colpi di pistola, ritorna sui suoi passi.

    L’assassino vede il corpo della bimba, lo ignora, anzi lo scavalca e senza alcuna pietà si allontana.

    Il dramma, ripreso dalla telecamera di sorveglianza, si conclude con un gesto di pietà: il cameriere di un locale lì vicino, che si era nascosto accanto a dei tavoli, per il timore di essere colpito,  si avvicina al corpicino della bimba, si inginocchia cercando di  prestare un primo soccorso.

    Ebbene, cari ragazzi queste immagini che ci lasciano un vuoto dentro costituiscono il segno della più riprovevole illegalità, una illegalità che si manifesta con crudeltà in una strada piena di gente incolpevole e che si spinge al punto di colpire anche anime innocenti.

    Ora, voi chiederete, che cosa si può fare per combattere l’illegalità nelle sue varie forme a cominciare da quelle disumane come la  vicenda che ci ha commossi?

    Certamente, l’illegalità va combattuta con le indagini di polizia, con strumenti di prevenzione e di contrasto adeguati, con i processi e con l’applicazione senza sconti delle leggi.

    Ma, ancora più a monte, l’illegalità va combattuta con la cultura, la sensibilizzazione e la diffusione dei valori della correttezza e della giustizia. Non ci può essere sviluppo senza legalità.

    Un ruolo importante in questa opera di diffusione dei giusti valori è affidato soprattutto a voi giovani perché voi siete il nostro futuro, siete destinati a raccogliere il testimone e ad assumere le vostre responsabilità nella società che, grazie al vostro apporto, potrà  essere più giusta di quella attuale.

    Ragazzi non è vero che la furbizia è la strada migliore nella vita. Può essere la più facile, ma alla fine non paga davvero .

    L’arroganza, la prepotenza, il denaro facile, l’illegalità perseguita come via normale non premiano mai del tutto. Possono soddisfare le voglie di un attimo ma poi rendono sempre più amara l’esistenza.

    Tutto questo non è vita ragazzi e chi vi propone strade facili, chi vi invita a correre sull’autostrada dell’illegalità non vi vuole bene, vi illude e vi tradisce approfittando della vostra buona fede. Non ascoltate quelli che vi allettano col soldo facile e qualche promessa perché con una mano allungano i cento euro con l’altra avvelenano le vostre terre, soffocano il vostro domani. Voi valete di più di un pugno di banconote.

    L’esperienza che ho fatto negli incontri organizzati dal Movimento “Vento di legalità” con gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, mi ha insegnato che il mondo giovanile è pronto a recepire questi valori anche se a volte certi atteggiamenti possano far pensare il contrario.

    Questo è il motivo di questi eventi, come quello di oggi, giornata nella quale si ricorda il trentesimo anniversario della strage di Capaci: é la società civile, che attraverso le Personalità presenti, ma  soprattutto attraverso voi giovani e attraverso il mondo della scuola, si schiera contro il malaffare, la società civile che fa sentire la sua voce,  avendo come punta di diamante i più giovani che si mobilitano.

    Sta a noi tutti e, soprattutto a voi giovani, non arretrare, essere vigili, sta  a noi proclamare  il nostro rifiuto contro l’illegalità. È una scommessa che non possiamo perdere.

    Mi avvio, ora, verso la conclusione.

    La speranza di tempi migliori non ci deve mai abbandonare, come ci hanno insegnato, con il loro esempio, uomini come Falcone e Borsellino che hanno lottato contro l’illegalità, sacrificando, per questo, la loro stessa vita. La loro vicenda umana e il loro sacrificio non devono mai essere dimenticati.

    Un insegnamento a non mollare, oltre che dagli esempi di Falcone e Borsellino che hanno sacrificato le loro vite ci viene anche da chi vive fino in fondo la sua abnegazione e il suo senso di solidarietà verso gli altri denunciando il malaffare nelle sue varie forme.

    Un ulteriore insegnamento ci viene dato dalle forze dell’Ordine e da Giuseppe Costanza, unico superstite dell’attentato a Giovanni Falcone.

    Giuseppe, che oggi è qui con noi, seduto al tavolo dei relatori, si è salvato per miracolo dalla strage e, dopo tanti anni,  porta la testimonianza di quell’eccidio in giro per l’Italia, nelle scuole, nei convegni, rispondendo alle domande di tanti giovani, che, colpiti dalla crudeltà di quelle morti,vogliono conoscere particolari che solo lui può dare .

    Sono rimasta colpita,  e concludo, dalle parole di alcuni preti di frontiera  che vivono ed operano in questi territori, fatti segno di vari gesti di intimidazione da parte della camorra, i quali, alla domanda se avessero paura, hanno risposto che la paura fa parte dell’uomo, ma che per questo non bisogna arretrare, perché la camorra, le mafie sono nemici dello sviluppo, della gente, della nostra libertà e dignità.

    Sono parole di una grande semplicità ma di una tale forza che rimangono scolpite nei nostri cuori.

     

    Caterina Viola

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